Mostre e critiche sulla ceramica di Aligi Sassu
Carlos Julio Sassu Suarez  

Sono stati numerosi gli interventi di critici riguardo all'attività del Maestro. A questo proposito ho ritenuto opportuno riportare le citazioni che ho trovato più significative, in modo da completare, per quanto possibile in modo esauriente, questo breve "viaggio" attraverso le opere ceramiche di Sassu.

«Fra le cose più belle e significative dell'ottava triennale di Milano, sono da segnalare, senza alcun dubbio, le ceramiche di Aligi Sassu.
Sassu ha trasfuso in queste ceramiche tutto il colore della sua pittura, quel colore intenso, violento lirico che gli viene dallo spirito inquieto e dal sangue infuocato, e che egli traduce attraverso l' accesa fantasia in brividi atti di luce» (Enotrio Mastrolonardo, Ceramiche di Aligi Sassu, in" Alfabeto", dicembre 1947). […]

«Sassu e Fontana ebbero come illuminatore Mastro Mazzotti, il famoso vasaio di Albisola. Vogliamo essere così orgogliosi di scrivere e di dire che, finalmente, la ceramica italiana ha raggiunto opere di scultura assoluta e di pittura assoluta per virtù di intelligenti propositi e delle abili mani dei grandi artisti ritornati alle botteghe artigiane; tra i quali Aligi Sassu che abitò lungo tempo a bottega per apprendere ed eseguire personalmente le sue maioliche.» (Tullio D' Albisola, Domenico Rea, Orio Vergani, Le donne e i cavalli di Aligi Sassu, Galleria de l'Illustrazione Italiana, 29 aprile -16 maggio 1948).

«Per ricavare questi trenta fogli di maiolica che preparazione e quanto lavoro! Prima delle Maison a gran fuoco ho visto le cartelle di studi: la tempera, l'olio, le matite, le aniline, tutto era stato ado perato dall'artista con impegno. Il motivo letterario era di continuo ravvivato dallo scrosciare dei gialli sul nero, di rosa sui bruni in un'amalgama a ripetizione che dava ogni volta un altro suono». (Raffaele Carrieri, Aligi Sassu, in "La ceramica", Milano 1954, n.4, pp. 30-33).

«Modellava e cuoceva, Aligi, nei forni albisolesi.Cercava di trasferire il suo mondo pittorico nei grossi pani d'argilla. Cavalli, prima di tutto; poi cavalieri; scene di caffè, mattonelle ispirate alla Maison Tellier , paesaggi. Il rosso domina. Ma, nonostante le traversie familiari, che felicità anche negli altri colori! Vengono fuori: piatti e servizi in maiolica, bassorilievi, smalti a gran fuoco, e una testa di ciclista, in maiolica monotipo, a riflessi in oro, che finirà al Metropolitan Museum di NewYork.Passano gli anni, Sassu non perde il suo interesse per la ceramica. […]». (Riccardo Barletta, Il rosso è il suo barocco, Milano, '1983 ).

«Sono convinto che se Aligi Sassu avesse iniziato la sua storia ad Albisola, nel luogo e nel momento in cui scoprì la sua vocazione al far plastico, dovremmo prendere atto del fatto che egli è stato uno dei rarissimi innovatori non tanto e non solo della ceramica, ma della scultura italiana. Nella ceramica, probabilmente, Sassu si sentì più congenere di Fontana, al punto che certe sue soluzioni plastiche sono decisamente improntate ad un clima che insieme avevano creato e che si può definire "liberatorio", se non proprio informale, comunque rispondente ai canoni di espressionismo immaginifico che la cultura europea, con una impennata nazionalistica e antipicassiana, stava elaborando in quei primi anni del dopoguerra». (Francesco Solmi, Scultura fiammeggiante, catalogo della mostra antologica al Palazzo Reale di Milano 1984). […]

«Appropriandosi d'ogni procedimento fu così possibile di liberare nell'opera ogni impulso dell'immaginazione sia nella forma che nelle accensioni cromatiche. Da questo punto di vista c'è più di una analogia fra le ceramiche di Fontana e quelle di Sassu nei primi tempi della loro esperienza albisolese. Si capisce benissimo cioè che non è diversa l'origine delle loro conoscenze tecniche. Solo nel rapido proseguire degli anni il loro diverso carattere si manifesta compiutamente diverso sotto ogni aspetto. La reciproca simpatia che corre tra i due artisti, spingerà addirittura Sassu a dare la sua collaborazione nella stesura del manifesto spazialista; si tratta tuttavia soltanto di una fuggevole euforia intellettuale. Come nella pittura, infatti, la personalità di Sassu, è nella ceramica, di grande spicco e autonomia: una personalità creativa tra le più sicure ed eminenti». {Mario De Micheli, Aligi Sassu. Ceramiche, Firenze, 1988).

Aligi Sassu l'opera ceramica, a cura di Gian Carlo Bojani con la collaborazione di Carlos Julio Sassu Suarez, Il Vicolo, Cesena, 2000.