Aligi Sassu
Opere Murali

Artista Milanese


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Aligi Sassu

 

 

 

Multa renascentur
Carlo Pedretti

L'iter creativo di un artista è un percorso spirituale scandito nelle tappe che ne costituiscono i punti salienti: punti di arrivo che sono poi altrettanti punti di partenza. 
E questo in un processo di impetuosa esuberanza produttiva - l' artista è pur sempre 
l' homo faber -che determina l'inesauribile facondia con la quale il linguaggio visivo, non più fine a se stesso e quindi come poesia, si fa interprete di valori universali, quelli insiti nel concetto di umanità e di natura, e quindi di tempo e spazio. Ecco perchè       l' artista, nel condividere le inquietudini e le trepidazioni di una società presa da sempre nel turbine di conflitti di ordine ideologico, si affida al simbolo come metafora, ricorrendo perfino al tranquillo e garbato racconto di una favola antica. Ecco perchè i compagni di carcere del giovane Aligi Sassu, perseguitati politici come lui, assumono sembianze di personaggi mitici. E se il leggendario citaredo ricercava gli spazi aperti delle piazze, il pittore del nostro tempo finisce col privilegiare la vasta parete, il messaggio murale dell'affresco e del mosaico, che è come il grande schermo dei cinema all' aperto.

E così ebbe inizio l'iter creativo di Aligi Sassu che non fu ne volle essere un percorso lineare nel quale critici e storici dell'arte potessero adoperarsi: e compiacersi, a individuare il consueto processo evolutivo, a scoprirvi quel senso di inappagata realizzazione di se che è quasi sempre l' esito della ricerca e della sperimentazione senza posa, dell'ansia di superare posizioni acquisite, e cioè a non ripetersi. E invece Sassu ama ripetersi, ritornare sui propri passi anche a distanza di decenni con rinnovata lena e sostenuto brio. La sua pittura, specialmente quella murale, è pittura ciclica che ritorna su temi, motivi o pensieri già da tempo delibati o sofferti, e quindi riproposti come a verificarne la validità di messaggio che può ormai passare da una generazione all'altra senza scadimenti o sfocature, limpido come la squillante incisività e il ritmico incalzare di un verso di Anacreonte.

Artista classico, dunque, Aligi Sassu, come può e sa esserlo chi è consapevole della verità classica postulata dai celebri versi del De arte poetica di Orazio che proclamano la rinascita di tanti vocaboli già caduti nell'oblio... Multa renascentur quae iam cecidere.

E lo stesso per la pittura. Non però nel senso nostalgico di chi si affida al passato per affrontare il futuro, ma per necessità di rifarsi al prezioso corredo delle proprie esperienze emotive e riviverle con rinnovata intensità: immagini di inalterata potenza evocativa anche se stemperate nella sostanza materica, anche se ridotte a larve, che sono invece spore vitali.

Ecco allora il giovane Sassu, appena uscito dal carcere, affrontare le sue prime pareti, e i temi sono quelli classici di Diana e Callisto e Il giudizio di Paride (1939): impostazione, a un tempo energica e melodica, di immagini mitiche dove umanità e natura s'impongono con prorompente vitalità come a proclamare quel senso di esuberanza fisica e statura intellettuale che s' addicono a una società libera e felice, una società dove mestizia e malinconia possono pur sempre albergare, ma come esigenza poetica e quindi come necessità dello spirito.

Temi come questi ricorrono anche nelle tele, nei disegni e nella grafica senza soluzione di continuità, e di quando in quando nella pittura murale -si pènsi a l' origine della vita e al Mito di Prometeo, entrambi del 1951 -, per arrivare mezzo secolo dopo alla grande sintesi, non necessariamente conclusiva, nella entusiasmante orchestrazione delle Scene mitologiche del 1992 con le quali le pareti dello studio dell'artista a Pollensa di Maiorca s'aprono a tutto giro d'occhio verso l'infinito di una lontananza simbolica.

Lo stesso può dirsi del grandioso murale sul tema "Il mito del Mediterraneo" che occupa tutta la parete di fondo dell'atrio della sede del Parlamento europeo a Bruxelles.[..]

Aligi Sassu ha avuto esegeti illustri. La sua immensa produzione, così varia nei temi e nella tecnica e che d'improvviso può passare dal mito pagano alla parabola cristiana -echi del tardo antico s' avvertono nell'imponente mosaico de La vicenda dei Carmelitani del 1966- e quindi insistere sulle tematiche sociali e di costume, è ora acquisita come cotpus ordinato e accessibile dove ogni componente dello stile e dell'iconografia è debitamente segnalata. Gli anni del soggiorno parigino del giovane artista fra il 1935 e il 1936 sono determinanti per la sua formazione e per l'indirizzo impostosi come pittore "realista" che si oppone all'astrattismo di voga fino a dichiarare, da assiduo frequentatore del Louvre, come i propri maestri fossero, fra gli antichi, "Tiziano, Leonardo, Raffaello e Michelangelo", citati proprio in questo ordine, e quindi "Delacroix, Courbet, Cezanne e Renoir" fra i moderni.

E con questo tutti i conti tornano. Quello che si potrebbe definire il "realismo simbolico" de La miniera del 1950 a Monteponi presso Iglesias in Sardegna, il primo grande murale condotto a "buon fresco" secondo il procedimento dei maestri del primo Rinascimento, si spiega meglio come sistematico impegno da parte di Aligi Sassu di riportare la pittura all'antica dignità di linguaggio visivo. Questo dopo il breve soggiorno parigino(dopo avere ripercorso a ritroso le audaci esperienze dei futuristi, paladini di una rivoluzione industriale ancora in atto che affonda le radici nel Romanticismo europeo. Senza mai cedere alle lusinghe dei nuovi indirizzi di pensiero -come quello della psicanalisi -, pur seguendoli con vigile consapevolezza, egli resta coerente a una linea programmatica che lo rende per sempre attuale. L' affresco di Monteponi ne è prova eloquente. Realtà simbolica, compressa nello spaccato delle viscere della miniera come in una dimostrazione anatomica, mirabile sintesi del rapporto concettuale fra uomo e terra che riconduce inevitabilmente agli esempi sublimi di Leonardo, e che può perfino ritrovarsi in aspetti inediti della sconvolgente esperienza psicologica di Edvard Munch. […]

Aligi Sassu Antologica 1927-1999, a cura di  Marina Pizziolo con la collaborazione di Carlos Julio Sassu Suarez, Skira, Milano,1999.   



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