L'Hispanidad Dall'incontro
con la cultura spagnola nasce il ciclo delle tauromachie. "È
folklore dipingere un motivo già scontato innumerevoli volte, come dei
soggetti di corride o di spagnolerie, in un mondo che cambia
continuamente? Perchè non è un motivo solido di colore, di forma, di
composizione, di emozione, di ritmo e di umanità?", si interroga
Sassu. "Sangue morte fiesta; lotta per emergere dei toreri. Tutto un
mondo che si agita intorno a questo rituale di morte e di allegria, non è
forse uno dei tanti fatti e aspetti di cui l'uomo è protagonista?".
Lo spettacolo della corrida è una battaglia, come quelle che ha tante
volte dipinto, ma solo immaginato. È il duello dell'uomo contro la morte,
del rosso contro il nero, della luce contro il buio. E la morte il nero il
buio sono sconfitti dal rosso, il rosso della vita, l'astuzia della
muleta: che il colore della morte, il sangue del toro, non può macchiare.
[…]
È stato l'incontro con Picasso a stimolare l'interesse di Sassu per la
tauromachia: "Fu lui il primo che mi svelò con le parole giuste il
senso vero della corrida". Sempre secondo una testimonianza
dell'artista, però, una prima
suggestione gli era stata trasmessa da una delle più celebri
interpretazioni di Rodolfo Valentino, Sangue e arena, film tratto dal
romanzo di Blasco Ibafiez, che da ragazzo era andato a vedere almeno una
decina di volte. La Spagna, teatro di quella guerra civile che aveva
rappresentato per i giovani degli anni trenta, come Sassu, la possibilità
di provare a opporsi, di rivendicare, non solo a parole, una possibilità
di riscatto epico, torna prepotentemente a infiammare le tele, con un
colore che protesta il suo alto gradiente passionale. Risale
al 1964 la scoperta di Maiorca: l' isola dove all' artista si rivela la
magia della luce.[…] Intorno
alla metà degli anni settanta, si colloca una straordinaria serie di
paesaggi, che raccontano l'incontro di Sassu con la splendida natura di
Maiorca. La scoperta dell'isola coincide con quella della pittura ad
acrilici, che con la loro rapidità di asciugatura, con la possibilità
immediata di sovrapposizione e di sovrascrittura, offrono a Sassu il
medium ideale per saldare forma e colore. La superficie si fa trama
segnica, rivelando una lichenica nervatura: il colore, linfa
dell'immagine, pulsa, conservando il concitato tracciato della stesura.
Gorg blau en primavera, A la orilla del bosque, Atardecer en la carretera
de Formentor, nella preziosità del loro piccolo formato, propongono
minute schegge dove la visione del reale dispiega tutta la sua poesia. L'intensa frequentazione del paesaggio sembra ubbidire all'esigenza di preparare un fondale per una storia ancora da scrivere: il racconto dei miti mediterranei. L'isola di Maiorca è il luogo di quell'apparizione attesa. La "primordialità eccitante" del colore è il tramite scelto da Sassu per la messa a fuoco di un fondale che se sembra smarrire i suoi profili sotto l'impeto di una mareggiata di colore, come ne La Foradada, attiene comunque al racconto di un'esperienza del vedere che, per quanto straordinaria, è situata nel tempo. Aligi Sassu Antologica 1927-1999,
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